Articolo: Missione Corpo Perfetto: ecco a cosa servono gli affondi

a cosa servono gli affondi

Missione Corpo Perfetto: ecco a cosa servono gli affondi

Glutei da urlo, ma anche gambe toniche e scolpite. Nel tempio della palestra e dei suoi macchinari, è immancabile l’appuntamento con la missione affondi. A cosa servono e come devono essere eseguiti?

Chi ben comincia è a metà dell’opera: questo vale anche per l’esercizio fisico in sé e per sé e soprattutto per chi pretende il massimo dal proprio corpo. Allenarsi, quindi, in maniera giusta ed equilibrata fin da subito, anche se si tratta di sviluppare la parte inferiore degli arti.

Non solo addominali scolpiti, perciò, ma anche gambe toniche, muscolose e armoniose. In questo caso, la tecnica esatta da eseguire sul tappeto della palestra parla una sola lingua professionale: quella degli affondi.

Cosa sono gli affondi?

Innanzitutto gli affondi migliorano il proprio livello di forza fisica generale e innalzano il livello personale di elasticità. L’affondo, inoltre, attira su di sé un grande dispendio calorico e va a potenziare, con la pazienza e le ripetizioni settimanali, coordinazione ed equilibrio. Assieme allo Squat, perciò, anche l’affondo è considerato essere come uno degli esercizi multiarticolari più importanti per la parte inferiore del corpo. Gli affondi concentrano la maggior parte del lavoro sui glutei e sui quadricipiti.


Essi rientrano, come lo Squat, in quel sistema-fit degli esercizi sempreverdi in formato basic che mai devono mancare tra le pagine del taccuino di uno sportivo principiante, ma anche di un personal trainer. Professionisti dei pesi e non devono, cioè, saperlo praticare a dovere. L’affondo, inoltre, è un’arma buona anche contro l’insorgenza dell’osteoporosi (malattia che riguarda l’apparato scheletrico), così come lo Squat e la pesistica in generale. Il segreto dell’affondo sta tutto nella sua esecuzione, anche a corpo libero.

Mission affondi: l’esecuzione della “camminata”

Bypassando l’esecuzione del tipo di affondo più semplice da eseguire (l’affondo alternato da fermo in avanti o indietro), proponiamo, punto per punto, la versione più diffusa ed anche più completa di questo esercizio salva-gambe, quello degli affondi in camminata.

Da dove cominciare? La camminata in affondo si può eseguire sia a corpo libero, sia con dei manubri stretti tra le mani. Terza versione dell’esercizio è quella che potrebbe vedere posizionato sulle spalle il bilanciere. In tutte e tre le ipotesi, comunque, come primo passo, occorre partire da una posizione eretta, con i piedi paralleli fra di loro. Successivamente, si porta avanti una gamba alla volta, flettendo il ginocchio finché l’incavo posteriore di quest’ultimo non formerà un angolo retto, permettendo, in questo modo, ai muscoli femorali della coscia della gamba in moto di assumere una posizione parallela rispetto al suolo. Infine, come ultimo passaggio, si riportano le due gambe alla posizione di partenza, concentrando però il lavoro di “risalita” sulla gamba flessa anteriore.

Mission affondi: a cosa servono realmente?

Lo riaffermiamo con forza: l’affondo è un esercizio che non può mancare nel diario di bordo di chi fa palestra regolarmente. Inserito in un programma di allenamento (di qualsiasi tipo) e se fatto con costanza, rende visibili i risultati, già nel giro di poco tempo, associandolo, ovviamente, ad un regime alimentare elaborato da professionisti del settore. Sicuramente, a beneficiarne di più sono proprio le gambe, nella loro totalità: grazie ad affondi eseguiti correttamente, le gambe tendono ad assumere una linea asciutta e snella, rendendo il corpo molto più proporzionato. Potremmo dire che gli affondi hanno, in definitiva, 3 funzioni cardine:

1-    Accrescimento/ tonificazione massa muscolare arti inferiori con rilascio di ormoni anabolici;

2-    Contrasto ad una eventuale comparsa dell’osteoporosi;

3-    Aumento metabolismo basale

L’affondo, quindi, risulta essere un esercizio di base che può essere svolto a corpo libero, come abbiamo già testimoniato, con l’ausilio di bilancieri o anche di manubri. Proprio perché di base, l’affondo classico risulta avere delle varianti con l’obiettivo di diversificare l’allenamento. L’affondo, in sintesi, è un jolly che, per sua e vostra fortuna, può essere giocato sempre nella partita finale col fit.

Mission affondi: perché fare anche quelli bulgari?

L’affondo bulgaro differisce dal tradizionale in quanto si utilizza, per la sua esecuzione, un rialzo o più comunemente una panca da palestra. Su di essa, di norma, viene posizionata una delle due gambe, l’altro arto, invece, va mantenuta a terra tesa; tutto questo partendo da una posizione eretta. In un secondo step e da questa posizione assunta, si esegue l’affondo, portando sempre il ginocchio a formare un angolo di 90 gradi e i muscoli femorali della coscia della gamba flessa in una condizione di parallelismo col pavimento. Questo tipo di affondo, lavora su gluteo e quadricipite.

Mission affondi: il mantra finale che non tutti sanno

Parlando di affondi e dei loro benefici, in questo blog intessuto per voi, andiamo a svelare, in fase finale, la perla che non tutti conoscono. Per concentrare, infatti, il lavoro sui quadricipiti, occorre mantenere una breve distanza tra i piedi, non distanziandoli troppo al momento di assumere la posizione corretta per eseguire l’affondo; per concentrare il lavoro sui muscoli dei glutei, invece, si devono allontanare con più divaricazione i due piedi tra di loro, effettuando, perciò, un passo più ampio al momento di “scendere” in affondo. Provare per credere. 

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